Rimini | Referendum antiscuola, non si placano gli animi
Referendum scuola Bologna. Non si placano gli animi e Fabio Pazzaglia, consigliere comunale a Rimini per Sel, parla di “attacco di bile” riferendosi alle parole del consigliere regionale del Pdl Marco Lombardi. “Il fortissimo calo di affluenza alle urne per le elezioni amministrative di ieri – spiega Pazzaglia – rende ancora più importante il dato di affluenza del referendum bolognese. E' naturale che la partecipazione di 86 mila elettori bolognesi spaventi proprio chi, come il Consigliere Regionale del Pdl, ha un concetto di democrazia "berlusconiano" dove il padrone comanda e gli altri eseguono. Noi invece, a differenza del Pdl, siamo per la democrazia partecipata e il referendum consultivo ne è uno strumento tipico. Soli pochi giorni fa a Rimini l'asse Pd-Pdl ha bocciato il nostro emendamento in difesa degli asili comunali Cerchio magico e Bruco verde”.
Secondo Pazzaglia è distorto il concetto di sussidiarietà che ha portato alla bocciatura dell’emendamento che avrebbe significato lavoro sicuro per 15 insegnanti e l’assunzione di 15 insegnanti per le casse del Comune di Rimini (insegnanti che hanno superato un concorso nel 2005). Secondo Pazzaglia “l'obiettivo non è aumentare l'offerta attuale del sistema educativo riminese ma fare un travaso dal pubblico al privato. Per ragioni ufficialmente di carattere economico ma in realtà di mero consenso elettorale. In questo quadro spiace vedere come Pd e Pdl vadano a braccetto ma questa è la dura realtà e non ci possiamo fare nulla. L'unica cosa che possiamo fare è chiedere un referendum consultivo proprio su questo punto, e cioè contro la privatizzazione degli asili comunali di Rimini. Pensiamo sia giunto il momento di chiedere un parere ai diretti interessati ovvero mamme, babbi, nonne, nonni e tutti i cittadini tutti. E se Lombardi si scalda tanto forse è perché dopo Bologna teme di perdere anche a Rimini”.
“Nessuno vuole negare l'esistenza nei fatti di un sistema integrato, ma occorre semplicemente riconoscere ai cittadini il diritto di scelta. Un sistema integrato può funzionare solo se il privato utilizza le sue energie per ampliare l'offerta di servizi, senza sottrarre risorse al sistema pubblico. Un conto è aggiungere all'offerta di servizi pubblici direttamente gestiti dal pubblico, un conto è pensare di sostituirsi sistematicamente ad esso dimenticando che non potrà mai abdicare al proprio ruolo”. Sulla questione torna anche Savio Galvani di Fds. “In quanto alla matematica espressa da Rossi, seguendo il suo logico ragionamento, si potrebbe affermare che la scuola privata la vuole solo il 12% dei cittadini bolognesi perché a tanto corrisponderebbero le espressioni di voto espressi dagli elettori sull'opzione "B". Ma non vogliamo ridurre la politica ai soli numeri, vogliamo invece sottolineare che in democrazia la partecipazione è un valore e per questa ragione crediamo sia un risultato importante quello espresso dai cittadini bolognesi”.